È un Volodymir Zelensky sempre più alle strette quello che, in questi ultimi giorni, moltiplica appelli urgenti ai partner occidentali (soprattutto gli Stati Uniti) per ricevere armi di difesa aerea e munizioni. Di fronte all’Ucraina c’è, in effetti, una macchina bellica russa attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7 capace anche di “riciclare” vecchie bombe per renderle ancora più potenti e precise.
All’indomani dell’ennesima notte di bombardamenti russi, che mirano in particolar modo alla rete energetica, il Parlamento ucraino ha approvato una legge che rende possibile anche il reclutamento di detenuti mentre non autorizza più la smobilitazione di chi ha servito almeno tre anni nell’esercito.
Qual è oggi la situazione da un punto di vista militare? La Russia si appresta a lanciare un’offensiva? Quanto tempo potrà resistere l’Ucraina senza ulteriori e sostanziosi aiuti occidentali? Gli appelli di Zelensky troveranno risposta? Il logoramento, provocato dai continui bombardamenti, avrà ragione del sostegno della popolazione ucraina al proprio presidente?
Per cercare di dare delle risposte a questi e ad altri interrogativi a Modem intervengono:
Pietro Batacchi, direttore della Rivista Italiana Difesa
Davide Maria De Luca, giornalista, collaboratore RSI da Kiev
Aldo Ferrari, professore al Dipartimento di Studi sull’Asia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
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