Limoni. Il trailer
Perché dopo vent’anni ha ancora senso parlare del G8 di Genova? La giornalista di Internazionale Annalisa Camilli è tornata indietro nel tempo per ripercorrere quello che è successo nel 2001 a Genova durante il vertice degli otto grandi della terra e capire quali sono state le conseguenze di quei fatti per le persone che le hanno vissute in prima persona.Il podcast ricostruisce il clima politico che ha portato a quelle manifestazioni nei dieci anni precedenti al G8, quali erano i temi e le sfide del “movimento dei movimenti” che si era dato appuntamento a Seattle nel 1999 e poi a Davos, a Nizza, a Göteborg, fino al G8 di Genova nel 2001.Con interviste ai protagonisti, ai militanti, ai politici, agli esperti, ai procuratori e agli avvocati che hanno seguito i processi, l’indagine prova a riportare alla luce una delle pagine più violente della storia dell’Italia, quella che Amnesty International ha definito “una violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea”.
La trappola
Perché dopo vent’anni ha ancora senso parlare del G8 di Genova? Nel mezzo della pandemia di coronavirus il direttore di Internazionale Giovanni De Mauro chiede alla giornalista Annalisa Camilli di tornare indietro nel tempo per ricostruire quello che è successo nel 2001 e capire quali sono state le conseguenze di quei fatti per le persone che le hanno vissute e per la politica. Con un’intervista a Zerocalcare.
Genova polveriera
Cosa rimane a Genova del G8 del 2001? Annalisa Camilli torna a Genova dopo vent’anni per capire che è rimasto nella città che ha ospitato il vertice. Nella sede del Genova social forum incontra il documentarista Carlo Bachschmidt che gli racconta che l’archivio dei processi non c’è più, è stato trasferito da poco a Bologna, allora decide di parlare con alcuni degli organizzatori locali del controvertice per ricostruire quale erano i temi e le questioni negli anni precedenti alle contestazioni.
Zona rossa
Perché è stata scelta Genova per ospitare il G8? Quali sono le regole d’ingaggio delle forze dell’ordine? La città è blindata ed è definita una zona rossa nel centro storico: sono innalzate delle grate per difendere l’area in cui si svolge il vertice. All’interno di Palazzo Ducale va in scena il G8 come in un set cinematografico, mentre all’esterno sono schierati migliaia di agenti: a poche ore dall’inizio dell’evento, c’è un clima di guerra.
La battaglia
Il 20 luglio comincia il G8 a Palazzo Ducale, mentre ventimila manifestanti raggiungono i sit-in. Alla piazza sul lavoro indetta dai Cobas si forma un black bloc e si mette subito in azione: incendia cassonetti, spacca bancomat, il gruppo si muove indisturbato per due ore davanti alle forze dell’ordine, si sposta nella città fino al carcere di Marassi. Intanto il corteo delle tute bianche è in ritardo, mentre scende su via Tolemaide è caricato dal terzo battaglione Lombardia dei carabinieri armato di mazze di ferro fuori ordinanza: le cariche, violentissime, durano ore, fino alla morte di uno dei manifestanti, Carlo Giuliani, ucciso dal carabiniere Mario Placanica.