Tra il 1964 e il 1985 Anatoly Slivko, nella Russia del sud, ex Unione Sovietica, molesta 43 adolescenti iscritti al suo circolo giovanile. Sposato e con due figli, la sua vita di facciata nasconde un background di adolescenza frustrata e omosessualità repressa. A scatenare la sua furia erotica e omicida è la visione di un incidente stradale in cui perde la vita un ragazzo; da quel momento, Anatoly inganna i giovanotti della comunità dicendo loro che li vuole come attori dei suoi documentari; in realtà provoca loro amnesie temporanee, dovute a lievi strangolamenti. Quando i ragazzi perdono i sensi, Slivko abusa dei loro corpi. Gli adolescenti, una volta ripresi i sensi, non ricordano nulla; in sette casi, però, Slivko provoca la morte dei suoi “interpreti” e, senza ritegno, ne smembra i cadaveri…
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